Rita Brunetti
(Milano, 23 giugno 1890 – Pavia, 28 giugno 1942)
Fu la prima donna ad essere ammessa a studiare fisica alla Scuola Normale Superiore di Pisa, nel 1909. Si laureò quattro anni dopo all’ateneo pisano, con una tesi sullo spettro della scarica oscillatoria nei vari gas.
La sua carriera accademica cominciò durante la guerra, con il ruolo di assistente di Antonio Garbasso all’Istituto Superiore di Firenze nel 1914, promossa aiuto nel 1922.
Prima donna nell’Italia postunitaria a vincere un concorso a cattedra di fisica, nel 1926 venne nominata professoressa di fisica sperimentale all’università di Ferrara. Sotto la sua direzione, partì un rinnovamento dell’Istituto di fisica ferrarese e dell’annesso Osservatorio meteorologico. Analoga opera di ammodernamento delle attrezzature, Rita Brunetti prestò anche all’Istituto di Cagliari, quando vi si trasferì nel 1928. Concluse la sua carriera all’ateneo di Pavia, dove resse la cattedra di fisica dal 1936.
La sua attività di ricerca spaziò in diversi ambiti. Durante gli anni della Prima guerra mondiale, svolse ricerche spettroscopiche nella regione del visibile e in quella dei raggi X. Investigò in special modo l’effetto Stark-Lo Surdo, scoprendo così alcune nuove righe dell’elio. Sviluppò un’originale tecnica di analisi spettroscopica, che nel 1917 le valse il premio Quintino Sella dell’Accademia dei Lincei.
Si distinse per essere stata tra i primi fisici in Italia a servirsi della teoria dei quanti come principio teorico esplicativo e a comprendere la connessione tra struttura atomica e quantizzazione dell’energia. Rilevante il suo articolo Il nucleo atomico (1921), se si considera il diffuso approccio sperimentalista dei ricercatori italiani del tempo, di stampo ottocentesco. Tra il 1924 e il 1926, cercò l’elemento 61 della Tavola periodica, acquisendo una notevole esperienza nello studio delle terre rare, che la portò a identificare – per la prima volta in un composto solido – l’effetto Stark-Lo Surdo (1929).
A Cagliari, lavorò in collaborazione con la propria assistente Zaira Ollano, che divenne per lei una cara amica e la seguì anche a Pavia. Si occupò della verifica sperimentale della legge di Curie e indagò, tra i primi, l’effetto Raman. Negli ultimi anni si dedicò alla fisica applicata alla medicina e alla biologia e allo studio dei raggi cosmici.
Socia corrispondente dell’Accademia di Scienze fisiche dell’istituto di Bologna e dell’Istituto Lombardo, fu anche membro del Consiglio nazionale delle ricerche e della Società italiana di fisica. Accanto agli oltre ottanta lavori scientifici, curò anche pubblicazioni a carattere didattico e divulgativo.
A cura del CPO della SIF
Foto Rita Brunetti: Per gentile concessione del Museo Galileo, Firenze
Foto Aula: Archivio immagini dell’Università degli Studi di Milano, Sala Napoleonica di Palazzo Greppi. Foto di Renato Liguori, 2019.